Il Barrio de Santa Cruz, il vecchio quartiere ebraico di Siviglia, è senza dubbio l’angolo più pittoresco della città. Formato da un intreccio di strette stradine, su cui si affacciano casette bianche costruite in stile tipico andaluso, è qui che occorre dirigersi per scoprire la vera essenza della città.
Qui visse nel XVII secolo l’artista Bartolomè Esteban Murillo, mentre il suo contemporaneo, Juan de Valdes Leal, decorava l’Hospital de los Venerables con begli affreschi barocchi. A nord del quartiere si trova il resto del centro storico di Siviglia, con la Cattedrale, la Giralda, l’Archivio de Indias e l’affollata zona dello shopping tra Calle Sierpes, Plaza Nueva e Calle Tetuan.
Le case o i patios del Barrio de Santa Cruz sono spesso adornati con i famosi azulejos: vivaci piastrelle di ceramica smaltata, da secoli un elemento distintivo delle facciate e degli interni andalusi. Le tecniche per la loro realizzazione vennero introdotte dai Mori: la parola azulejo deriva infatti dall’arabo az-zulayi, ossia piccola pietra. A Siviglia questa arte fiorì nei laboratori di ceramiche di Triana, mentre un metodo successivo sviluppato in Italia permise di dipingere le piastrelle con nuovi disegni e colori, motivi intrecciati di stampo mudejar e insegne eleganti.
Il dedalo di strette vie a est della Cattedrale e dell’Alcazar rappresenta la Siviglia più romantica. Oltre ai classici negozi di souvenir, bar con tavolini all’aperto e tapas bar, è bello perdersi per scoprire i numerosi vicoli pittoreschi, piazze nascoste e patios ornati di fiori: un piacere per gli appassionati di fotografia.
I suoi edifici restaurati, con le caratteristiche griglie alle finestre, sono un miscuglio molto armonioso di boutique hotel, appartamenti per turisti e residenze di lusso. La zona merita una visita anche alla sera, grazie ai numerosi bar e ristoranti.
Una delle strade più grandi del quartiere di Santa Cruz: conduce direttamente sulla Plaza Virgen de los Reyes, sulla quale si affaccia il lato est della Cattedrale. E’ una via piena di negozi di souvenir e di bar. Il famoso Bar Giralda, le cui volte sono i resti di un bagno moresco, è molto frequentato per le sue tapas.
Nel 1890 nacque al numero 21 lo storico Santiago Montoto de Sedas, figlio del poeta e cronista Luis Montoto: sulla facciata, una targa ricorda il lieto evento.
All’inizio del XX secolo Calle Mateos Gago era una via tortuosa e stretta, al punto di impedire il transito dei veicoli e il passaggio delle processioni: per questo motivo, durante le opere di modernizzazione di Siviglia in occasione dell’esposizione Ibero-Americana del 1929, vennero effettuati dei lavori per rimodernarla, allargarla e renderla transitabile.
Proprio nel cuore del Barrio de Santa Cruz, l’Hospital de los Venerables nacque come casa di riposo per preti anziani. La sua costruzione ebbe inizio alla fine del ‘600; oggi è stato restaurato come centro culturale dal FOCUS, la Fundacion Fondo de Cultura de Sevilla.
E’ costruito attorno ad un patio color rosa, e le scale portano ai piani superiori i quali, al pari della vecchia infermeria e dello scantinato, vengono utilizzati come gallerie per mostre ed esposizioni. Vi è una visita guidata per la chiesa dell’Hospital de los Venerables, decorata in stile barocco, con affreschi di Juan de Valdes Leal e del figlio Lucas.
Interessanti anche le statue di San Pietro e San Ferdinando di Pedro Roldan, poste ai lati della porta est, e L’apoteosi di San Ferdinando di Lucas Valdes, al centro dell’altare maggiore.
Una viuzza imbiancata che corre lungo il muro nord dell’Alcazar, il Callejon del Agua offre incantevoli vedute di patios pieni di piante rigogliose e azulejos. Al numero 2 soggiornò Washington Irving, diplomatico scrittore americano che dette una visione romanticizzata dell’Andalusia.
E’ una strada lunga circa 140 metri e molto stretta, un antico cammino di ronda, che prende il nome dagli antichi tubi installati sulla muraglia che portavano l’acqua ai giardini del Real Alcazar.
La Plaza de Santa Cruz, che dà il nome all’intero quartiere, è una delle piazze più pittoresche della città. Qui prima si affacciava la Chiesa di Santa Cruz, eretta sopra una sinagoga pre-esistente nel 1391, poi spostata in Calle Mateos Gago seguendo un piano di riurbanizzazione della città attorno al 1800.
Nella piazza, a pianta rettangolare, vi sono numerosi aranci, e al suo centro vi è un piccolo giardino rialzato, anch’esso a pianta rettangolare, dove si trova la Cruz de Cerrajería, una croce in ferro simbolo della piazza, realizzata da Sebastian Condè nel 1692. Fu posta qui nel 1918, mentre in origine si trovava in Calle Sierpes.
All’estremità sud del Barrio de Santa Cruz si trovano i bellissimi Jardines de Murillo, un tempo adibiti a frutteti e orti del parco dell’Alcazar. Furono donati alla città di Siviglia nel 1911 e intitolati al pittore più famoso della città, che abitava nella vicina Calle Santa Teresa.
Una lunga passeggiata, il Paseo de Catalina de Ribera, rende omaggio alla fondatrice dell’antico Hospital de las Cinco Llagas, che oggi è la sede del Parlamento dell’Andalusia.
A sovrastare le palme dei Jardines de Murillo vi è un monumento a Cristoforo Colombo, che comprende una riproduzione in scala fatta di bronzo della Santa Maria, una delle caravelle che portarono il navigatore genovese nel Nuovo Mondo.
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